martedì 4 dicembre 2018

La regola delle TRE C








Ogni  genitore credo si ponga nella vita come obiettivo la felicità dei propri figli. Ci organizziamo le giornate per cercare di dar loro sempre il meglio di noi stessi, ma non sempre è semplice!



 La quotidianità ci porta inevitabilmente a seguire delle routine, come una tabella di marcia, e se capita qualcosa che non  fila come avevamo preventivato andiamo in tilt.



 Riuscire a gestire il nostro modo di reagire non è un esercizio banale, anzi richiede spesso auto-analisi lunghe e complicate per affrontare i momenti di panico.

Da mamma mi chiedo spesso, e mi documento altrettanto spesso, su come migliorare il mio approccio con i miei bambini. La vita ci porta  ad essere così sopraffatti che mantenere la calma ed evitare di perdere le staffe d’avanti ai loro comuni capricci  non è semplice!



Capita di reagire d’impeto e magari urlare, per poi pentirsene subito dopo. Anche perché sappiamo perfettamente di non star adottando il metodo educativo migliore, quello che ci darà i risultati sperati, ma è la reazione più istintiva alla nostra rabbia ad un loro atteggiamento sbagliato.



 Ed è così che navigando sul web mi sono imbattuta in una ricerca niente male…secondo l’università di Pittsburgh urlare ai bambini può causare danni mentali, simili a quelli causati dal picchiarli. Immaginate la mia reazione…sgomento 😫😢!





 Amo i miei figli, ma urlo e urlo parecchio! Mai e poi mai avrei urlato se solo fossi stata consapevole dal danno che può creare.

Le urla renderebbero i bambini insicuri ed aggressivi, in fondo per i nostri figli siamo noi l’esempio di vita e obiettivamente mi rendo conto che se io urlo faccio capire loro che è questa la giusta reazione in un momento di crisi. Ed invece no, secondo la ricerca, noi genitori, e non solo, dovremmo applicare il metodo delle 3 C, ovvero un rimprovero “ sano “ deve possedere tre qualità:



Calma, Coerenza e Costruttività



Facile no? O perlomeno ragionandoci a mente serena saremo tutti concordi sul fatto che questa sia obiettivamente l’atteggiamento migliore da tenere.



Mantenere la calma, la base direi. Mostrarsi tranquilli, non perdere le staffe credo sia l’esempio migliore da dare ai nostri figli. 


Essere coerenti, non possiamo rimproverare loro perché urlano e a loro volta perdono il controllo se noi in primis lo facciamo. Non dimenticarsi mai che siamo noi il loro modello di vita e che il loro innato istinto e quello di replicare il comportamento del genitore.


Costruttività, ovvio, un rimprovero per essere tale deve essere costruttivo, portare a qualcosa di buono, di fattibile, e dare magari un’alternativa migliore al comportamento che stiamo rimproverando.



Certo leggendo sicuramente saremo tutti unanimi nel pensare che sia un metodo perfetto, impeccabile, da mettere subito in pratica, ecco…se non fosse che tra la teoria e la pratica la cosa si complica.

Che essere il genitore modello non è per nulla semplice credo lo abbiamo capito tutti, ma credo anche che ognuno di noi abbia voglia di migliorare. Allora forse il modo migliore di approcciarsi a questo metodo è proprio quello di costringerci a pensare anziché reagire d’impeto, ragionare anche solo un attimo prima di parlare ci restituirà la calma giusta per intuire quale sia la migliore conseguenza al capriccio o al comportamento da punire.





La calma è la dote migliore che si possa avere e che dovrebbe inondare il corpo di noi genitori, ma purtroppo sempre più spesso ne siamo privi. Ci lamentiamo anzi quasi sempre di sentirci parecchio nervosi, magari a causa della frenetica vita che conduciamo, ci lamentiamo di non riuscire a placare gli atteggiamenti ostili dei bimbi, quando forse il vero ingrediente segreto, il migliore, quello dal risultato certo non è poi così difficile da attuare, dovremmo solo imparare ad essere più tranquilli, e così anche i nostri figli lo saranno, perché ricordiamoci che siamo NOI il loro esempio.



Ci riusciremo? Saremo d’ora in poi sempre calmi, coerenti e costruttivi? Per la risposta servirebbe una sfera di cristallo, ma non sono munita di tali potere, so solo che da ormai 11 anni la mia vita gira intorno alla felicità dei miei figli, i miei comportamenti sono strettamente proporzionali al loro benessere e quindi cercare di migliorare il mio atteggiamento nei loro confronti rientra tra i miei principali obiettivi e spero sia l’obiettivo della maggior parte dei genitori, solo così potremmo avere degli adulti migliori, perché ricordiamoci che con il nostro modo di fare influenziamo l’atteggiamento della generazione futura, ed è un mondo di brave persone quello che sogno per i miei, per i nostri figli!



Letizia

domenica 18 novembre 2018

Timballo di riso con zucca





L'autunno è tornato già da un pò e con lui uno dei miei ortaggi preferiti... La Zucca !
Attesissima nella mia cucina, la considero uno degli ortaggi più versatili che esista! Il suo sapore così dolce e la sua leggerezza la rendono adatta ad ogni tipo di preparazione (Me ne sentirete parlare spesso!)
La zucca appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee, originaria dell’America Centrale arrivò in Europa nel XVI secolo, per poi diffondersi in tutta Italia. La zucca è un vero toccasana per il nostro organismo: ha tanti nutrienti e pochissime calorie (100 gr di polpa di zucca hanno solamente 26 kcal). Tra le diverse sostanze nutrienti della zucca ci sono moltissime vitamine (A, B, C).  In particolare, come forse vi  fa immaginare il suo colore arancione, possiede  betacarotene, il precursore della Vitamina A, un antiossidante davvero potentissimo! Migliora la circolazione e il transito intestinale,  contro la ritenzione idrica e i parassiti, sconfigge ansia e insonnia...insomma, perché non approfittarne? 
Oggi dunque vi presento un piatto, dove la zucca  fa da protagonista, classico, semplice, leggero  ma di effetto.

Il timballo di riso alla zucca 

Occorrono:
·       Riso ( meglio l' originario )
·       Zucca
·       Formaggio grattugiato
·       Scamorza affumicata
·       Latte
·       Olio
·       Pangrattato
·       Dadini di pancetta (facoltativo)
Le dosi variano in base alla quantità di timballo che si vuole preparare, andate un po' ad occhio. Se si vuole fare un piatto unico calcolate almeno 100 gr di riso a persona. Per ogni 100 gr di riso mettete circa 150gr di zucca.
Cominciamo con il  tagliare e pulire la zucca . Tagliamola a piccoli dadini e   mettettiamola sul fuoco  in  una pentola dai bordi alti. Saliamo. Cuociamo la zucca fin quando sarà quasi del tutto cotta (i tempi variamo in base alla quantità e alla grossezza dei dadini).
 A questo punto aggiungiamo il riso. Cuociamo al dente, rigirandolo di tanto in tanto in modo da farlo amalgamare bene alla zucca (come se stessimo facendo il classico risotto). Ricordiamo di non fare terminare del tutto l'acqua di cottura, che servirà per la successiva cottura in forno.
Mentre cuoce il riso prepariamo lo stampo dove verrà cotto il timballo. Possiamo usare un unico stampo, e poi servire tagliandolo a fettine (consiglio di usare uno stampo usa e getta in alluminio oppure uno stampo in silicone , quello per le ciambelle o plumcake), oppure, se si vuole fare un impiattamento più raffinato (come in foto), usiamo delle piccole formine monodose (tipo i pirottini in alluminio, silicone o carta, quelli che si usano per i muffin). 



In ogni caso, ungiamo lo stampo con un goccio di olio evo e spargiamo dentro del pangrattato.
Prepariamo il formaggio. Io amo accostare alla zucca il gusto "affumicato" ed è per questo che nel timballo uso la scarmorza affumicata (ve lo consiglio vivamente 😉), ma potete usare un qualsiasi altro formaggio!
 Tritiamolo con l'aiuto di un tritatutto (o in alternativa tagliamolo a dadini piccolissimi). Questa operazione consente al formaggio di creare una crema ed evitare quell'effetto gommoso che tende ad avere il formaggio una volta filato e poi raffreddato.
Ci siamo. Nella medesima pentola in cui abbiamo cotto il riso e la zucca mettiamo, la scamorza affumicata tritata, il formaggio grattugiato, i cubetti di pancetta (anch'essi li consiglio affumicati) e del latte (uno/due bicchieri, regolatevi in base al liquido di cottura rimasto).
Mescoliamo velocemente fino a creare un composto omogeneo e mettiamolo nello stampo. Spolveriamo con del formaggio grattugiato.
Inforniamo a 180 ° a media altezza.  Il tempo di  cottura varia in base alla quantità di riso, allo  stampo utilizzato...calcoliamo comunque circa 40/50 minuti. Spegniamo quando il timballo sarà del tutto asciutto! Lasciamo raffreddare completamente prima di sformare (io spesso lo preparo nel primo pomeriggio per poi presentarlo a cena).
Sformiamo il timballo dallo stampo, così come sformiamo una ciambella.
Se non vogliamo rischiare di romperlo o semplicemente lo cuociamo poco prima di presentarlo (quindi riuscire ad uscirlo dallo stampo risulta difficoltoso), possiamo presentarlo semplicemente tagliandolo direttamente dallo stampo come se fosse una pasta al forno!
Questa  è una versione molto semplice e light del classico timballo, ma se vogliamo renderlo più goloso al posto del latte possiamo usare un paio di cucchiai di besciamella* (che potrà essere usata anche come fondo dello stampo al posto di olio e pangrattato)
*Besciamella

·       500 ml di latte
·       50 gr di amido di mais (o farina 00)
·       Burro q.b., sale, noce moscata
Scaldiamo il latte in un pentolino, a fuoco medio,  aggiungiamo una noce di burro, sale e noce moscata. Gettiamo a pioggia nel latte l'amido di mais e giriamo  con un frustino per evitare la formazione di grumi, senza interruzioni,  fino a che raggiunge la consistenza da noi desiderata (circa 5 minuti).
 Per la preparazione del timballo è bene lasciarla un po' più liquida. 
Spero sia di vostro gradimento,  ciao alla prossima 😉

Grazia








lunedì 12 novembre 2018

Vita da mamma



Sono stata un pò assente...chi è mamma sa che non sempre è semplice riuscire a conciliare casa, lavoro e bambini. Troppe cose da gestire e nonostante la mia grande passione per l'organizzazione, a volte anche l'agenda si rifiuta di collaborare!

Mi sembra ormai opinione diffusa quella di dover aumentare le ore giornaliere, visto che 24 ore non sono sufficienti per svolgere tutto quello che frulla nella nostra mente, ma non abbiamo i poteri magici e forse la cosa migliore da fare in certi momenti è staccare...cercare di evitare di sovraccaricarci di impegni, e quindi di stress che, a lungo andare, di sicuro non ci farà del bene! 

 Ma è anche vero che, quando una donna lavora , se da un lato è felice perchè avere anche una certa libertà economica regala delle soddisfazioni, dall'altro è innegabile far finta di avere una vita tranquilla perchè o si hanno a disposizione donna delle pulizie e baby sitter oppure per noi la giornata diventa pesantissima...perlomeno così è per la maggior parte delle donne comuni e con un normalissimo budget familiare.

Svegliarsi all'alba per riuscire a fare la maggior parte delle faccende domestiche prima di uscire di casa, gestire ed organizzare la giornata dei bambini, accompagnarli nelle varie attività sportive, preparare pranzi e cene, controllare se la dispensa e il frigo sono ben forniti, gestire lavatrici, ascigatrici e quant'altro, e passa l'aspirapolvere e organizza il compleanno, e invitiamo un compagnetto a casa, e ricordarsi dell'appuntamento dal dentista, ecc ecc ecc

Insomma credo di aver reso l'idea e sono sicura che qualunque donna legga si riveda un  pò in questa stressante visione della giornata.

Nooo ma veramente, ma da dove viene la forza interna che abbiamo per andare avanti così?
Ma gli uomini si rendono conto di quanti pensieri, a parte lo shopping, devono passare per la mente di noi donne? 

Ammettiamolo, non è semplice, per noi donne arrivare a fine giornata e come aver partecipato ad una maratona e non sempre si è vincenti, sono più le volte che si arriva sfinite e se c'è chi arriva carica a sera è pregata di svelarci il segreto!

 Ma ciò che veramente ci dà la forza è il meraviglioso sorriso dei nostri bimbi, arrivare a fine serata ed essere soddisfatti per aver reso la giornata felice a loro ci ripaga di ogni sforzo.

Sono loro, sono proprio loro la nostra forza, ciò che ci spinge ad andare avanti e a fare sempre meglio, perchè solo chi è mamma può veramente capire come ci si sente forti quando la sera  accoccolati sul divano li stringiamo in un abbraccio, ed è proprio li, in quel momento che nonostante tutto la vita ci sembra meravigliosa, perchè si! Siamo stanche!
 Ma abbiamo il cuore colmo di felicità e ciò ci fa sentire le persone più fortunate del mondo, perchè in fondo lo siamo davvero, non bisogna dare sempre tutto per scontato

Essere chiamate "mamma" è una fortuna, un dono di Dio, che spesso sottovalutiamo e quindi lasciamo da parte la stanchezza anche quando è davvero tanta e godiamo della meravigliosa sensazione della maternità, magari con la consapevolezza che i nostri sogni si sono davvero realizzati  e sono racchiusi in quegli occhioni che ora ci guardano con tanto amore e che fanno passare la stanchezza in ultimo piano.
                                                       

Letizia 

sabato 13 ottobre 2018

Le Rame di Napoli






Le Rame di Napoli sono dei deliziosi e caratteristici biscotti dal cuore morbido e dal sapore delicatamente speziato ricoperti da una glassa di cioccolato fondente, tipici della pasticceria siciliana, in particolar modo della città di Catania, preparati per la festa di Ognissanti (Ma io amo prepararli in ogni periodo dell'anno, anche perché rimangono morbidi a lungo e sono ottimi per la merenda dei nostri ragazzi).


Lo so, vi state chiedendo perché dei dolci tipici di Catania si chiamano "di Napoli"? Sull'origine del nome, non si hanno notizie certe, ma esistono ben tre ipotesi.


Secondo la prima ipotesi, le rame furono inventate da un pasticciere di Napoli. 


La seconda ipotesi dice si trattasse di un omaggio della Sicilia alla città di Napoli (durate il Regno delle Due Sicilie).


La terza ipotesi, la più credibile, racconta che è proprio con l’unificazione del Regno di Napoli con il Regno di Sicilia (quando i borbonici coniarono una nuova moneta in lega di rame in sostituzione di quelle in oro e argento) che  il popolo creò la versione dolciaria della nuova moneta. Il dolce, ricavato da elementi “poveri”, è infatti  fatto con gli scarti e i ritagli di altri dolci, proprio come la moneta che nasceva da leghe più “semplici”!


Vediamo gli ingredienti per poterle realizzare!



Per il biscotto

• 500 g di farina 00

• 200 g di zucchero

• 2 uova

• 75 g di strutto

• 50 g di burro

• 100 g di cacao amaro

• 100 g di biscotti secchi sbriciolati ( io li sbriciolo con l'aiuto di un tritatutto)

• un cucchiaio di miele

• un cucchiaio di marmellata di arancia

• cannella q.b., chiodi di garofano q.b., scorza di arancia

• 250/300 ml di latte intero

• una bustina di lievito istantaneo

Per la glassa

• 300 g di cioccolato fondente

• 50 g di burro

• granella di pistacchio o di nocciole



Iniziate con lo sciogliere a "bagnomaria" il burro e lo strutto, insieme.

In una ciotola mettete la farina, il cacao amaro, il lievito, i biscotti sbriciolati  (potete usare qualsiasi tipo di biscotti vi troviate in casa, purché non siano integrali o contengano creme). Mescolate.

In un'altra ciotola miscelate lo zucchero con le uova.

Aggiungete quindi miele, marmellata,  burro e strutto fusi insieme e raffreddati,  scorza di arancia grattugiata, i chiodi di garofano in polvere, la cannella in polvere.

Se non avete la marmellata di arance potete sostituire con un'altra marmellata oppure con un altro cucchiaio di miele! Se non trovate i chiodi di garofano in polvere, potete tranquillamente mettere dei chiodi di garofano nel burro/strutto mentre di fondono, togliendoli poi prima di versare nel composto.

Unite i composti delle due ciotole e aggiungete  il latte. La quantità del latte potrà variare in base alla grandezza delle uova o dal tipo di biscotti che userete. Quindi aggiungete poco alla volta.




Lavorate  l'impasto fino a quando il composto non risulterà omogeneo. Dovrà essere morbido ed un pò appiccicoso. (Foto 1)


Con l'impasto formate delle palline (aiutatevi con un cucchiaio "sporco" di latte) e disponetele ben distanti tra loro su una teglia rivestita di carta forno. (Foto 2)


Cuocete in forno preriscaldato a 180 °C per 20 minuti circa.

Il tempo di cottura varia da forno a forno e dalla grandezza della pallina. Toccando  il biscotto dovrà essere morbido ma non più appiccicoso!

Sfornate e fate raffreddare completamente.

Preparate la glassa sciogliendo cioccolato e burro a "bagnomaria" a fuoco moderato finché il composto non si sarà sciolto completamente. (Foto 3)


Prendete i biscotti raffreddati, intingeteli nel cioccolato, cospargeteli di granella al pistacchio o nocciole e adagiateli su una gratella . (Foto 4)


Lasciate asciugare la glassa per circa 2 ore.

Le Rame di Napoli sono pronte! Potranno essere conservate per circa 10 giorni in luogo buio e asciutto, ma vi assicuro che le finirete prima!! 


N.B. Nella pasticceria moderna esiste una seconda versione del dolce, dove sotto la glassa si può trovare della Nutella o della marmellata. Io preferisco la versione classica, ma se a voi non dispiace basta spennellare il biscotto con la Nutella/marmellata prima di glassare.


Grazia